
DIGITAL DIVIDE E ALFABETIZZAZIONE TECNOLOGICA NEGLI ANZIANI
Insegnare agli anziani come usare i nuovi strumenti tecnologici è un dovere sociale. A causa della rapida digitalizzazione e dell’ageismo, però, il digital divide continua a crescere.
Insegnare agli anziani come usare i nuovi strumenti tecnologici è un dovere sociale. A causa della rapida digitalizzazione e dell’ageismo, però, il digital divide continua a crescere.
L’incapacità degli anziani nell’usare le nuove tecnologie è una verità o un pregiudizio? E di chi è davvero la colpa se queste mancanze diventano più gravi e affermate con il tempo?
Offrire a tutte le fasce di età la possibilità di utilizzare prodotti e servizi tecnologici, dovrebbe essere un dovere sociale, spalleggiato anche dal fatto che l’accesso a Internet è ormai diventato un diritto umano.
Eppure, la situazione in Italia è molto diversa da quella ideale, e la pandemia non ha fatto che aumentare il divario di conoscenze tra i diversi strati della popolazione, anche in funzione dell’età dei cittadini.
Questo “Digital Divide” non è una lacuna semplice da colmare, ed è strettamente legato alla bassa alfabetizzazione digitale del nostro paese.
Oggigiorno non si parla più soltanto di accesso fisico al mondo digitale, dato dal possesso di strumenti che permettono di approcciarsi al mondo di internet, ma anche, e soprattutto, di competenze e conoscenze, che permettono di sfruttare tutto ciò che questa realtà permette di scoprire.
Tra i bisogni che un accesso a internet permette di soddisfare con qualche competenza di base, possiamo citare:
Eppure, non per tutti è così facile interagire con le nuove tecnologie. Esistono ancora oggi delle fasce di popolazione per cui è difficile anche solo accendere un computer oppure fare una telefonata con uno smartphone.
Non parliamo poi di quanto possa essere complicato creare un profilo SPID o identificare una fake news nel mare magnum di notizie da cui veniamo sommersi ogni giorno!
Se i cosiddetti “nativi digitali”, ossia le persone fino ai 24 anni di età, possono considerarsi più avvezzi all’utilizzo e all’integrazione della tecnologia nella vita quotidiana, lo stesso purtroppo non si può dire per gli over 65.
Secondo i dati raccolti dalla Agenzia Europea per i Diritti Umani, in occasione della conferenza internazionale “Rafforzare i diritti delle persone anziane in tempi di digitalizzazione – Lezioni apprese da Covid-19” (Age Europe e BAGSO), si rileva infatti che:
L’origine di questo problema è duplice. Da una parte troviamo la naturale “resistenza” della fascia più anziana della popolazione, ad adottare nuovi stili di vita. Dall’altra c’è l’ageismo, un fenomeno che rende le nuove tecnologie e dispositivi quasi ostili a chi abbia superato una determinata fascia di età, poiché non progettati per soddisfare i loro bisogni.
È così che il Digital Divide si arricchisce, impedendo a un grande numero di individui di passare attraverso un processo di “Alfabetizzazione Digitale”. Questo termine, in inglese “Digital Literacy”, indica proprio la capacità di utilizzare i nuovi media, e quindi di entrare a far parte di una società digitalizzata. Introdurre e soprattutto seguire le persone più avanti con gli anni a dei veri e propri corsi d’apprendimento e formazione sul digitale, può essere una valida soluzione.
Quello che oggi il mondo del digitale ci richiede è un lifelong learing, ovvero la necessità di restare sempre aggiornati su tutto quello che è nuovo.
Quello del web e delle nuove tecnologie è un contesto che vive, sempre, un inarrestabile cambiamento; è un movimento continuo che richiede strumenti sempre nuovi per restare al passo, per non perdere nulla di quello che serve per capire e comprendere il contesto.
Ecco che quindi gli strumenti e le competenze, devono essere sempre aggiornati, rivisti e rifiniti, per restare sempre efficienti ed efficaci. E se ci sono fasce della popolazione che amano questa sfida, per altre, la continua necessità di conoscere ed usare strumenti sempre nuovi, può risultare frustrante.
Se è infatti vero che, fino a pochi anni fa era solo il 10% degli over 65 ad avere accesso ad internet e a navigare online, ora i numeri sono sicuramente cambiati. È importante lavorare per aumentare ancora di più questa percentuale per fare in modo che il web possa diventare davvero uno strumento essenziale per aiutare gli anziani a preservare la propria lucidità mentale e a contrastare l’invecchiamento cognitivo, incrementando quindi la qualità della vita.
È proprio per i motivi che ho spiegato qui sopra che è nato il mio progetto Figlio in Prestito, un servizio di assistenza digitale per gli Over 65 che prevede assistenza ad ore. Grazie ad esso, l’anziano che decide di contattarmi, può avere a disposizione una persona a lui dedicata che lo assista nell’uso di smartphone e PC.
Questi sono alcuni degli articoli in cui ho parlato dell’aiuto che ho dato a clienti Over65 su dotazioni digitali differenti.
Lo spam sono messaggi indesiderati che vengono inviati a scopi pubblicitari e/o con intenti malevoli. Ecco come riconoscerli e difendersi.
Grazie ad app per monitorare o la salute è possibile tenere sotto controllo dai fondamentali e condividere dati con le persone a noi care, che possono intervenire in caso di necessità.
Il phishing è un tipo di truffa online che tenta di ingannarci a inviare dati sensibili o compiere azioni vantaggiose per i cyber-criminali.
Se ti interessa capire meglio come funziona il servizio Figlio in Prestito, oppure ti serve aiuto in ambito digitale, puoi rivolgerti a me. Compila il form qui sotto, e ti risponderò nel più breve tempo possibile.
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